Premesso che ...

Sito: Attività formative complementari
Corso: BibIng: Ricerca Bibliografica per l'Ingegneria 2020-2021
Libro: Premesso che ...
Stampato da: Utente ospite
Data: domenica, 24 novembre 2024, 18:46

Descrizione

tipi risorse


1. Introduzione

Information Overload

Come premessa a questo corso vorremmo introdurre al complesso scenario della ricerca di informazione accademica odierna, caratterizzato da una molteplicità di risorse di tipologia diversa con varie possibilità di accesso. L'opportunità di accedere oggi a risorse non solo di natura diversa, ma anche disponibili su supporti diversi, ricercabili a partire da diversi canali di ricerca, crea un quadro di estrema ampiezza e varietà, nel quale però lo studente rischia di perdersi.

Per questo è utile partire con una sintetica descrizione dei tipi di risorse documentarie ad oggi accessibili per la ricerca accademica e della modalità di fruizione messa a disposizione dai sistemi bibliotecari e dagli altri attori che operano in questo ambito (editori, aggregatori ecc.).

Inoltre è importante oggi più che mai, di fronte alla attuale quantità e varietà di documentazione, per la quale in letteratura si è affermata la definizione di information overload, una corretta selezione dell’informazione reperita, supportata da una accurata formazione sui modi, le strategie e i luoghi deputati ad una ricerca efficace e di qualità. Per questo risulta fondamentale comprendere, soprattutto per le risorse online, quando impostiamo una richiesta di informazione lanciando una ricerca: da dove partiamo, qual è l'ambiente che stiamo interrogando e cosa contiene. Di qui il ruolo imprescindibile della presentazione di strumenti ormai indispensabili per una ricerca che vuole essere esaustiva: il discovery tool, le banche dati (con i propri dati bibliometrici), gli archivi open access.

Infine l'ultima parte di questa premessa contiene la definizione di concetti fondamentali per chi si accinge a stendere un progetto/elaborato/tesi nell'ambito del proprio percorso accademico, come: la citazione bibliografica, la bibliografia e lo stile citazionale.

2. I tipi di risorsa


Libri, saggi e articoli


La letteratura scientifica può essere contenuta in diverse tipologie di risorse, che dal punto di vista formale possono essere suddivise in varie categorie. Eccone brevemente le principali.


Opere di reference

Le opere di reference sono quelle pubblicazioni che per l'organizzazione, la copertura e l'ampiezza del contenuto hanno la funzione di fornire una risposta immediata, benché non necessariamente approfondita, a una domanda specifica su un argomento particolare.
Se cartacee, a volte sono collocate in un settore della biblioteca dedicato e di solito non sono ammesse al prestito, in modo da essere sempre disponibili per l'utente che ne abbia bisogno, visto che solitamente sono sottoposte a brevi consultazioni e non necessitano di un prestito di lunga durata.
Si tratta di dizionari (bilingui, monolingui anche tecnici), enciclopedie (generiche o specializzate), bibliografie, biografie, annuari, atlanti, guide, indici e opere di carattere generale.

Monografie

Per monografia si intende un'opera compiuta, anche in più volumi, dotata di propria autonomia, che tratta di uno o più argomenti di solito affrontati in modo esaustivo.
Sono monografie: saggi, manuali, trattati etc. Più monografie possono fa parte di una stessa serie (o collana), a volte numerata, perché relative ad uno stesso ambito tematico o per altri motivi di vicinanza, scelti dall'editore.

Periodici

Per periodici (o seriali) si intendono risorse con un unico titolo, con uscite a intervalli regolari o indefiniti, senza una data di termine e con un'indicazione numerica e cronologica per le singole uscite. Sono peridoci: i quotidiani (uscite giornaliere), le riviste (o journals, con cadenza settimanale, mensile, bimestrale etc..), i bollettini (periodici di una società o di un'organizzazione relativi all'attività dei quell'ente).
L'unità minima di un periodico è il fascicolo (o issue, con propria numerazione e datazione), che contiene più articoli e che, con i fascicoli pubblicati nello stesso anno, costituisce un'annata.

Atti di convegni/congressi

Gli atti sono pubblicazioni che contengono gli interventi o i contributi relativi a un convegno, congresso, seminario scientifico etc.. tenutosi in un determinato momento e luogo. In inglese si possono trovare sotto il nome di Conference papers o Proceeedings.

Letteratura grigia

Per letteratura grigia si intende un tipo di produzione scientifica di carattere informale e destinata ad una circolazione ridotta, in genere interna a enti, istituzioni, gruppi di ricerca etc. Si tratta di: preprint, ossia documenti che ancora non sono stati sottoposti alla revisione formale e di contenuto finalizzata alla pubblicazione (la versione finale predisposta dall'editore, anche eventulamente con modifiche dell'autore, è definita post-print), rapporti tecnici, materiale didattico etc.

Altre tipologie:

Altre eventuali tipologie di risorsa da segnalare possono essere: le recensioni (reviews), articoli che illustrano e valutano una pubblicazione (articolo, libro etc.); i review articles (che possiamo tradurre come "rassegne"), articoli piuttosto lunghi e con molte citazioni che riportano lo stato dell'arte e un inquadramento globale di una certa ricerca o argomento; le letters, brevi articoli contenenti soprattutto dati, finalizzati ad aggiornare la comunità scientifica sullo stato di avanzamento di una ricerca in corso; le transactions, che accolgono solo i risultati finali di uno studio complesso, magari iniziato anni prima con una comunicazione a un congresso. Per il settore tecnologico possiamo aggiungere a questo elenco anche altri due tipi di risorse, che possono essere utilizzati in fase di ricerca accademica: le norme tecniche (standards) e i brevetti (patents).



3. I tipi di formato

Ebook



Ogni tipo di risorsa può presentarsi nel tradizionale formato cartaceo reperibile fisicamente in biblioteca, oppure, sempre più spesso per le discipline del settore STM (Science, Technology and Medicine, dette anche hard sciences o scienze dure) in formato elettronico.

Il formato elettronico, ormai scarsamente utilizzato su supporto locale in biblioteca (CD-ROM, DVD, rete locale), è soprattutto diffuso oggi in accesso remoto o accesso online. Il Sistema Bibliotecario di Ateneo acquista infatti abbonamenti a siti e piattaforme web di editori (o aggregatori, che riuniscono cioè in un'unica piattaforma più editori) che mettono a disposizione risorse elettroniche di qualsiasi tipo, in genere in formato .html o .xml leggibili online e/o in .pdf scaricabile e stampabile (eventualmente .epub per gli e-books).
Gran parte della collezione elettronica disponibile nelle biblioteche accademiche è in genere costituita da riviste elettroniche (periodici elettronici o e-journals) e da diversi anni anche da e-books (libri elettronici). Ma sempre più spesso i cataloghi danno accesso anche ad altre risorse, come video o materiale digitalizzato (libri antichi o rari, manoscritti, foto o altro materiale di tipo archivistico).

Riviste elettroniche ed e-books

La rivista elettronica contiene articoli consultabili online o scaricabili in formato stampabile (.pdf). In genere si accede alla rivista a partire dal titolo di un articolo trovato nel catalogo di Ateneo (OneSearch).
Qualche informazione in più è necessaria invece per l'e-book: per e-book si intende una monografia in formato elettronico. Vista l'ambiguità invalsa nell'uso di questo termine, è infatti importante distinguere tra il testo elettronico che è l'e-book propriamente detto (di cui parliamo in questo corso), e lo strumento o device (e-book reader o e-reader) che può essere utilizzato per migliorare e renderne più ergonomica la lettura, chiamato spesso genericamente anch'esso e-book.
Il Sistema Bibliotecario di Ateneo acquista singoli e-books e/o sottoscrive abbonamenti a pacchetti o piattaforme di e-books. In ogni caso dal catalogo di Ateneo (OneSearch) si accede al titolo dell'e-book che può essere consultato online oppure scaricato completamente (o per capitoli) in genere in formato .pdf (leggibile da qualsisai device) o .epub (più adatto alla lettura con e-reader). In casi, in base alla sottoscrizione di contratti con piattaforme specializzate in questo settore (MLOL, Pandora ecc..), all'utente Unifi viene garantito l'accesso all'ebook per il periodo del "prestito virtuale" (digital lending), al termine del quale il file scaricato sul proprio dispositivo, sia esso pc o e-reader, non è più leggibile.

4. Lo scenario attuale

social media


Social network accademici e MOOC


La comunicazione accademica di oggi non è più veicolata solo da libri e articoli di riviste, ma anche una varietà di altri media e di contenitori di informazioni di qualità. L'esperienza della pandemia da Covid-19 ha accelerato ancora di più la tendenza già in atto da tempo di sfruttare strumenti di comuncazione da remoto per la disseminazione della conoscenza scientifica.


I Social network sono oggi spesso impiegati per la divulgazione di dati scientifici, si pensi ad esempio a Twitter come strumento di aggiornamento in tempo reale su eventi come convegni, incontri, seminari oppure ai canali tematici di YouTube che possono contenere video di eventi, mostre o visite virtuali, presentazioni, tutorial oppure ai contenuti delle pagine Facebook di enti come Università, Accademie, Musei o Biblioteche.

Tuttavia, nel settore del social network, non a caso ormai definiti social media, i contenitori, o canali, mutano velocemente, anche in base a quale strumento è più diffuso e popolare al momento (Instagram, Linkedin, TikTok ecc.).


Di seguito un esempio di gestione in tempo reale di un evento accademico tratto dall'account Twitter UNIFI:





Un esempio dal canale YouTube dell'Università di Firenze La Fortezza da Basso di Firenze: nuove tecnologie di rilievo e restauro:


In particolare i cosiddetti Social Network accademici come Mendeley, Academia.edu, ResearchGate sono nati per la condivisione delle pubblicazioni scientifiche con i followers. Sul profilo personale di questi social lo studioso può infatti caricare i documenti di cui è autore e diffonderne così la conoscenza nella comunità accademica di appartenenza.
La diffusione di tali comportamenti nella routine della circolazione del sapere scientifico nel settore accademico è tale che la pubblicazione nel proprio profilo online di documenti i cui diritti sono stati ceduti agli editori ha scatenato anche controversie legali, come quella che ha contrapposto non molto tempo fa il colosso delll'editoria Elsevier (tra l'altro, o forse proprio perché?, proprietario di Mendeley) al social Academia.edu.


Dal sito di Elsevier:

Elsevier_Academia.edu


Un esempio di profilo personale sul social network accademico ResearchGate:





I cosiddetti MOOC (Massive Open Online Courses) costituiscono una ulteriore modalità di moderna disseminazione dell'informazione scientifica, a livello didattico. Nati come liberi corsi messi a disposizione online dalle maggiori Università nordamericane, si sono diffusi come strumento di diffusione via web dell'informazione scientifica di livello accademico anche in altri paesi.

La piattaforma più nota è Coursera che ospita corsi delle più importanti Università del mondo, tra cui le italiane La Sapienza di Roma e Bocconi di Milano, ma molto diffusa è anche edX dove si trovano tra gli altri i corsi del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e della Harvard University.

Tutta italiana è invece l'esperienza di Federica, creata dall'Università di Napoli Federico II, a cui partecipa anche l'Università di Firenze con i propri MOOC.

Nel 2016 è stato inaugurato EduOpen, il portale dei MOOC italiani ed EMMA (European Multiple MOOC Aggregator), mentre l'anno successivo Eduopen e altri esponenti delle principali piattaforme europee per la diffusione dell'Open education in Europa (FutureLearn, FUN-MOOC, Mirìadax, OpenupEd) hanno dato il via all'European MOOC Consortium.

Negli ultimi anni molte Università italiane si sono dotate di piattaforme autonome che ospitano i propri MOOC, come:

POK (Polimi Open Knowledge) piattaforma del Politecnico di Milano, che contiene corsi gratuiti in italiano e in inglese, con rilascio di attestato di frequenza (si segnala in particolare il corso Introduzione alla matematica per l'università: Pre-Calculus per la preparazione ai test propedeutici per gli esami di analisi matematica)

BOOK (UniBO Open Knowledge) piattaforma dell'Università di Bologna che contiene corsi gratuiti in italiano e inglese, dedicati in particolare a Soft Skills, quindi alle competenze trasversali e interdisciplinari, con rilascio di attestato di frequenza.

Per iscriversi su entrambe andare sul corso scelto e registrarsi da: Enroll now.

Merita una citazione, nonostante non si tratti di una piattaforma di MOOC univeristari, TRIO della Regione Toscana, dove già dalla fine degli anni '90 sono disponibili corsi di formazione professionale, informatica, lingue ed altre competenze trasversali, gratuiti e con rilascio di attestato di frequenza.

Per ulteriore materiale sull'accesso alle principali piattaforme MOOC si veda il pdf Istruzioni accesso MOOC tornando alla home di questa sezione.


5. Cosa è una banca dati


Definizione e caratteristiche delle banche dati in biblioteca


Una banca dati bibliografica (BDB) è un archivio aggiornato (originariamente in formato cartaceo, più tardi in formato elettronico su supporto locale, oggi online) di descrizioni standardizzate (dette anche metadati, es. autore, titolo, editore, anno etc..) di documenti come articoli di riviste scientifiche, atti di congressi, monografie etc., dotata di sistemi di interrogazione più o meno avanzati.

Quando le BDB contengono non solo i metadati ma anche il testo completo dei documenti sono dette anche BD full-text (o a testo pieno), digital libraries, biblioteche digitali.

Le BDB tradizionalmente sono prodotte da istituzioni scientifiche specializzate nelle discipline delle BD stesse. Queste BD tradizionali, dette anche disciplinari, sono compilate da personale specializzato e dispongono spesso di strumenti di indicizzazione avanzata (attribuzione di soggetti al contenuto del documento) come vocabolari controllati di termini e classificazioni specifiche.

Le BDB hanno subito nel tempo un processo di aggregazione per cui una BD di copertura più generale di solito ingloba il contenuto di varie BD specializzate (come fanno WOS, Scopus, ma anche Google Scholar, come vedremo più avanti). Per questo, e perché offrono servizi aggiuntivi, come il numero di citazioni ricevute, i metadati delle opere citate e i link tra le citazioni, sono dette anche banche dati citazionali (BDC).

Le BDC offrono spesso ulteriori servizi come per es. il "peso" della rivista (Impact factor di WOS), dell’autore (H-index di Scopus), cioè i cosiddetti dati bibliometrici (che vedremo nel prossimo paragrafo), i link a repositories (archivi) di dati sperimentali raccolti per la pubblicazione, la possibilità di esportare i dati per gli strumenti di gestione delle citazioni (detti anche Reference management software per i quali si rimanda al capitolo specifico più avanti) utili per la redazione di bibliografie etc.

Per il funzionamento dei propri indici alcune BDC hanno elaborato un proprio sistema di identificazione univoca degli autori (Scopus: Author ID, Wos: ResearcherID-Publons, Google Scholar: citation profile). Si tratta di codici alfanumerici usati delle rispettive BDC per identificare univocamente un autore e non attribuire le sue pubblicazioni ad un eventuale autore omonimo. Tutti questi sistemi permettono l’intervento volontario dell’autore, con una modalità partecipativa tipica dei social network e possono dialogare con l’identificativo non proprietario (free) più diffuso: ORCID

6. Cosa è un discovery tool

discovery tool


Di fronte al complesso panorama di risorse fin qui esaminato, i moderni sistemi bibliotecari mettono a disposizione come strumento di ricerca quello che oggi viene definito discovery tool, ossia un'interfaccia di ricerca e di accesso unica per l'interrogazione simultanea di varie tipologie di risorse documentarie in diversi formati: dai libri agli e-book, dagli articoli cartacei a quelli online, dalle risorse digitalizzate a quelle disponibili liberamente sul web.

Il discovery tool offre diversi vantaggi:

  • pone l'utente di fronte ad un ambiente a lui familiare: la ricerca sul web (quindi sempre disponibile) per parole chiave da un unico box di ricerca ("google like")

  • interroga velocemente (grazie alla presenza di un indice precaricato) risorse locali (possedute fisicamente) e remote (in abbonamento o in accesso aperto), fornendo per queste ultime anche il link al full text (in formato html o pdf) e attingendo a contenitori diversi (cataloghi, repository istituzionali, piattaforme di editori, banche dati ecc.)

Tuttavia, recuperando per il suo indice dati provenienti da ambienti diversi, rispetto ai vecchi cataloghi online (Opac) popolati solo da dati omogenei inseriti manualmente dai bibliotecari, il discovery tool ha lo svantaggio di peccare in precisione nel richiamo delle informazioni, causando nella lista dei risultati la presenza di maggiore rumore.
In questo il discovery tool sembra avvicinarsi ad un motore di ricerca, tuttavia se ne discosta per un aspetto fondamentale:

lo spazio di ricerca del discovery tool rispetto al web è in realtà perimetrato da tre principali elementi:

  • Le collezioni cartacee della biblioteca
  • Le collezioni online a cui la biblioteca è abbonata
  • Le collezioni a libero accesso online che la biblioteca decide di attivare personalizzando l'indice del discovery

La qualità dei documenti recuperati dal discovery tool è dunque garantita, ci troviamo infatti comunque in un ambiente protetto, popolato da dati selezionati dal Sistema Bibliotecario, a riparo dall'informazione non controllata e non autorevole (diversamente come vedremo da motori di ricerca solo indirizzati verso contenuti accademici come Google Scholar).

7. Peer review e bibliometria

Bibliometria


Elementi di valutazione della ricerca


Il tema della valutazione della ricerca è da anni al centro dell'attenzione degli Atenei italiani e stranieri. Oltre agli obblighi normativi (la prima legge che introduce in Italia la valutazione degli Atenei è del 1993), essa sta assumendo un aspetto sempre più stategico nelle politiche pubbliche per gli investimenti su innovazione e ricerca.


Il progetto di Valutazione della qualità della ricerca (VQR) è rivolto alla valutazione dei risultati della ricerca scientifica delle Università e degli Enti di ricerca italiani ed è svolto dall'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). Le valutazioni sono basate sull’analisi bibliometrica e sul metodo della revisione tra pari (peer review).


Per bibliometria (bibliometrics) si intende lo studio quantitativo della comunicazione scientifica condotto attraverso i suoi prodotti: pubblicazioni e loro citazioni bibliografiche. La valutazione bibliometrica si basa sui dati bibliometrici che vengono sintetizzati e rielaborati in vari indicatori (Impact factor, h-index, citazioni etc… che vedremo più avanti nei capitoli dedicati alle singole BD) utilizzati per la verifica della qualità della produzione scientifica di un autore e della istituzione cui afferisce (valutazione quantitativa).


Per peer review (revisione di pari) si intende in ambito editoriale la verifica formale e contenutistica effettuata da parte di uno o più specialisti riconosciuti come esperti ("peer" ossia "pari" rispetto all’autore) dei testi sottoposti dall’autore ad una rivista per la pubblicazione di un articolo (valutazione qualitativa). Una rivista peer reviewed prevede quindi che gli articoli siano sottoposti a questa verifica perché possano essere accettati per la pubblicazione. Una volta passate attraverso il processo di revisione tra pari, le pubblicazioni scientifiche diventano poi spesso la prima forma di misurazione del lavoro di un ricercatore, ossia la peer review può essere un'alternativa alla valutazione bibliometrica, per quei settori disciplinari dove ancora non è diffuso l'uso di indicatori.


La circolazione di contenuti scientifici nella nuova dimensione del web 2.0, come abbiamo visto nel capitolo Lo scenario attuale ha determinato l'esigenza di misurarne l'impatto e la diffusione anche in questo ambiente con la nascita di metriche alternative (alternative metrics) dette anche altmetrics, i cui indicatori a volte affiancano gli indicatori bibliometrici tradizionali più collaudati.





8. L'open access


Open access


Il movimento dell'accesso aperto


Open access significa accesso libero e senza barriere al sapere scientifico.

Data la contrapposizione del modello di pubblicazione ad accesso aperto rispetto a quello classico, nel quale tipicamente gli editori detengono diritti esclusivi sul documento pubblicato e ne vendono l'accesso attraverso abbonamenti e licenze, l'espressione Open access indica anche il movimento che sostiene e promuove la strategia di fruizione libera e gratuita delle pubblicazioni scientifiche.

Le due modalità principali di pubblicazione ad accesso aperto sono: 

  • la via verde ("green road"), che consente l'autoarchiviazione ("self-archiving"), da parte degli autori, di copie dei loro articoli (pubblicati in riviste accessibili a pagamento) in archivi istituzionali o disciplinari, o nei propri siti personali;
  • la via d'oro ("gold road"), che consiste nella pubblicazione in riviste in cui gli articoli sono liberamente accessibili (riviste ad accesso aperto). Tali riviste possono sostenere in modi diversi i costi di mantenimento delle proprie pubblicazioni.

Alcuni siti utili per la ricerca di letteratura scientifica ad accesso aperto:

  • Elenco delle riviste ad accesso aperto: DOAJ (Directory of Open Access journals)
  • Elenco degli editori ad accesso aperto: OASPA (Open Access Scholarly Publishers Association)
  • Elenco dei depositi istituzionali accademici: OPENDOAR (Directory of Open Access Repositories)

  • Database interrogabile per titolo di rivista per conoscere le policies di copyright adottate dall'editore relativo: SherpaRomeo

Ad oggi tuttavia la contrapposizione netta tra l'editoria "tradizionale" e quella open access è stata apparentemente superata da alcuni modelli di business proposti da editori che hanno recepito, a proprio vantaggio, la diffusione dell'acceso aperto. La cosiddetta editoria ibrida (o "via rossa") ha sfruttato il fenomeno dell’open access per sviluppare un nuovo modello e aumentare i propri profitti, ossia una rivista commerciale tradizionale, in abbonamento, che può ospitare singoli articoli disponibili ad accesso aperto, a seguito del pagamento di una APC (article processing charge) da parte degli autori (o più spesso degli enti finanziatori o delle istituzioni cui appartengono). Gli enti di ricerca e le università si trovano così a pagare due volte: per pubblicare e per acquistare gli abbonamenti alle risorse elettroniche.


L'Open Archive Initiatives (OAI) fin dal 1999 promuove l'accesso aperto delle pubblicazioni scientifiche attraverso lo sviluppo e la diffusione di standard internazionali per la gestione dei depositi digitali destinati all'autoarchiviazione o all'archiviazione da parte delle istituzioni che producono le ricerche, indipendentemente o parallelamente alle loro pubblicazioni sotto forma di articoli peer-reviewed in riviste scientifiche.

Nell'ambito accademico italiano la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) ha riconosciuto l’importanza dell’accesso pieno e aperto alle informazioni e ai dati per la ricerca e per la formazione scientifica, favorendo la libera disseminazione in rete dei risultati delle ricerche condotte in Italia nelle università e nei centri di ricerca. Nel novembre 2004, in occasione della conferenza di Messina sull’Open Access (Dichiarazione di Messina), la CRUI (Conferenza dei rettori delle Università Italiane) ha promosso l’adesione delle università italiane alla Dichiarazione di Berlino per l’accesso aperto alla letteratura scientifica”,

Il movimento Open access ha diffuso col tempo sempre maggiore consapevolezza della possibilità di limitare la cessione totale ad editori privati dei risultati della ricerca finanziata da enti pubblici. Si pensi che tutte le pubblicazioni finanziate da Horizon 2020, progetto  della Commissione europea destinato alla ricerca scientifica e all'innovazione (cui seguirà Horizon Europe 2021-2027) dotato di un budget di quasi 80 miliardi di euro (2014-2020), devono obbligatoriamente essere depositate su repositories ad accesso aperto.

Il concetto di open access ormai si è ampliato dalle pubblicazioni scientifiche a tutti i prodotti della conoscenza, tanto che oggi si parla più genericamente di open data e di open science. Nel 2015 viene lanciata EOSC (EuropeanOpen Science Cloud), un enorme ambiente virtuale dove tutti i ricercatori possano depositare, conservare, gestire, riutilizzare dati della/per la ricerca, l’innovazione e l’educazione.

Sia nel nostro catalogo OneSearch, che nelle banche dati che vedremo più avanti (Scopus, WOS) si è ormai affermato nella ricerca di documenti il filtro "open access", che permette di selezionare solo risorse pubblicate ad accesso aperto.


Università di Firenze e Open access:

Anche l'Università di Firenze del 2004 firma la Dichiarazione di Messina. In sintesi si trova online la Policy per l'accesso alla letteratura scientifica dell'Università degli Studi di Firenze

FloRe (Florence Research Repository) è il deposito istituzionale dell’Università di Firenze ad accesso aperto alimentato dagli autori dell’Ateneo fiorentino (sono aperti i metadati e, quando viene caricato, anche il full text).

La Firenze University Press (FUP), casa editrice dell'Università degli studi di Firenze, sposa oggi pienamente i principi dell’accesso aperto: il suo catalogo, infatti, presenta sia monografie fruibili, per la versione digitale, in open access, che riviste completamente ad accesso aperto. Tutte le pubblicazioni della FUP sono finanziate grazie al decisivo contributo dell'Ateneo.


9. La citazione bibliografica

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Per citazione bibliografica o riferimento bibliografico si intende la descrizione standardizzata di una risorsa documentaria, che comprende una serie di dati, più o meno completi, necessari per identificarla e reperirla.

Trattandosi di dati su dati, i campi della citazione bibliografica sono anche definiti metadati.

I dati principali di una citazione bibliografica sono:

Autore

Titolo

Sottotitolo

Titolo dell'eventuale opera che contiene la risorsa (titolo della rivista nel caso di articoli, titolo del convegno nel caso di atti/contributi, titolo del libro se si tratta di un capitolo da citare separatamente ecc.)

Numero dell'annata e numero del fascicolo della rivista in caso di articolo

Città (sede dell'editore)

Editore

Anno di pubblicazione

Eventuali pagine nel caso non si tratti di una monografia.

Altri elementi aggiuntivi possono essere:

ISBN (International Standard Book Number, codice univoco identificativo per le monografie)

ISSN (International Standard Serial Number, codice univoco identificativo per le riviste)

DOI (Digital Object Identifier, codice univoco di identificazione delle risorse digitali)

URL della risorsa online/pagina web ecc. (di solito citato tra uncinate < ... >)

Numero del volume in caso di opere in più volumi, ecc.

Per bibliografia si intende l'elenco conclusivo ordinato in base a un criterio scelto (alfabetico, cronologico ecc.), in genere posto alla fine del documento, di tutte le risorse consultate e citate per la stesura del documento stesso.

Per la redazione di una bibliografia che comprenda diverse citazioni bibliografiche, o semplicemente per l'inserimento di un riferimento bibliografico in nota a commento di un argomento trattato, è necessario adottare una presentazione formale uniforme che valga per tutti i documenti citati nello stesso lavoro/progetto/tesi/pubblicazione. Per stile citazionale si intende proprio lo standard formale scelto per la presentazione e la successione dei vari elementi che compongono la citazione bibliografica.

Esempio di stile citazionale:

Cognome autore, Nome autore, Titolo articolo. Sottotitolo articolo, "Titolo rivista. Sottotitolo rivista", vol. 1, n. 1 (anno), pp. 1-10, <http://..../...../..../..../....../..>


Una breve bibliografia su ciò che è possibile trovare in biblioteca per scrivere una tesi di laurea o una pubblicazione scientifica:


Failli, Franco. Come scrivere e discutere una tesi di laurea in Ingegneria. Pisa: Plus-Pisa UP, 2005

Lesina, Roberto. Il nuovo manuale di stile guida alla redazione di documenti, relazioni, articoli, manuali, tesi di laurea. Ristampa Anastatica ed. Bologna: Zanichelli, 2009.

Henderson, Brad. A Math-Based Writing System for Engineers Sentence Algebra & Document Algorithms!$ctrl.isEmailMode())" ng-bind-html="$ctrl.highlightedText" dir="auto">Cham : Springer International Publishing, 2020

Matricciani, Emilio. Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica. Milano: Apogeo, 2003.

Politi, Giorgio. Scrivere tesi: manuale per la stesura di tesi triennali, magistrali e di dottorato. Milano: Unicopli, 2009.

Riediger, Hellmut. Come scrivere tesi, saggi e articoli: documentarsi, preparare e organizzare un testo con gli strumenti del web. Milano: Bibliografica, 2015.

Schimel, Joshua. Writing Science How to Write Papers That Get Cited and Proposals That Get Funded. New York: Oxford UP, 2012.