Premesso che ...

Sito: Attività formative complementari
Corso: BiblioTech: la ricerca dell'informazione scientifica per dottorandi di Ingegneria 2019-2020
Libro: Premesso che ...
Stampato da: Utente ospite
Data: venerdì, 26 aprile 2024, 12:26

Descrizione

Information overload

Conoscenze di base propedeutiche al corso

1. Introduzione

omino_lettore


Il primo argomento introduce al complesso scenario della ricerca di informazione accademica odierna, caratterizzato da una molteplicità di risorse di tipologia diversa con varie possibilità di accesso.

Di fronte a tale quantità e varietà di documentazione, per la quale in letteratura si è affermata la definizione di information overload, si rende ancora più necessaria una corretta selezione dell’informazione reperita, supportata da una accurata formazione sui modi, le strategie e i luoghi deputati ad una ricerca efficace e di qualità.

2. Le risorse cartacee ed elettroniche

Ebook


Tipo di risorsa


Opere di reference

Le opere di reference sono quelle pubblicazioni che per l'organizzazione, la copertura e l'ampiezza del contenuto hanno la funzione di fornire una risposta immediata, benché non necessariamente approfondita, a una domanda specifica su un argomento particolare.
Se cartacee, sono collocate in un settore della biblioteca dedicato e non sono ammesse al prestito, in modo da essere sempre disponibili per l'utente che ne abbia bisogno e visto che solitamente sono sottoposte a brevi consultazioni e non necessitano di un prestito di lunga durata.
Si tratta di dizionari (bilingui, monolingui anche tecnici), enciclopedie (generiche o specializzate), bibliografie, biografie, annuari, atlanti, guide, indici e opere di carattere generale.

Monografie

Per monografia si intende un'opera compiuta, anche in più volumi, dotata di propria autonomia, che tratta di uno o più argomenti di solito affrontati in modo esaustivo.
Sono monografie: saggi, manuali, trattati etc. Più monografie possono fa parte di una stessa serie (o collana), a volte numerata, perché relative ad uno stesso ambito tematico o per altri motivi di vicinanza, scelti dall'editore.

Periodici

Per periodici  (o seriali) si intendono risorse con un unico titolo, con uscite a intervalli regolari o indefiniti, senza una data di termine e con un'indicazione numerica e cronologica per le singole uscite. Sono peridoci: i quotidiani (uscite giornaliere), le riviste (o journals, con cadenza settimanale, mensile, bimestrale etc..), i bollettini (periodici di una società o di un'organizzazione relativi all'attività dei quell'ente).
L'unità minima di un periodico è il fascicolo (o issue, con propria numerazione e datazione), che contiene più articoli e che, con i fascicoli pubblicati nello stesso anno, costituisce un'annata.

Atti di convegni/congressi

Gli atti sono pubblicazioni che contengono gli interventi o i contributi relativi a un convegno, congresso, seminario scientifico etc.. tenutosi in un determinato momento e luogo. In inglese si possono trovare sotto il nome di Conference papers, Proceeedings, Transactions.

Letteratura grigia

Per letteratura grigia si intende un tipo di produzione scientica di carattere informale e destinata ad una circolazione ridotta, in genere interna a enti, istituzioni, gruppi di ricerca etc. Si tratta di: preprint, ossia documenti che ancora non sono stati sottoposti alla revisione formale e di contenuto finalizzata alla pubblicazione (la versione finale predisposta dall'editore, anche eventulamente con modifiche dell'autore, è definita post-print), rapporti tecnici, materiale didattico etc.

Altre tipologie:

Altre eventuali tipologie di risorsa da segnalare possono essere: le recensioni (reviews), articoli che illustrano e valutano una pubblicazione (articolo, libro etc.); i review articles (che possiamo tradurre come "rassegne"), articoli piuttosto lunghi e con molte citazioni che riportano lo stato dell'arte e un inquadramento globale di una certa ricerca o argomento; le letters, brevi articoli contenenti soprattutto dati, finalizzati ad aggiornare la comunità scientifica sullo stato di avanzamento di una ricerca in corso. Per il settore tecnologico possiamo aggiungere a questo elenco anche altri due tipi di risorse, che possono essere utilizzati in fase di ricerca accademica: La normativa tecnica e I brevetti (patents).



Tipo di formato


Ogni tipo di risorsa può presentarsi nel tradizionale formato cartaceo reperibile fisicamente in biblioteca, oppure, sempre più spesso per le discipline del settore STM (Science, Technology and Medicine, dette anche hard sciences o scienze dure) in formato elettronico.

Il formato elettronico, ormai scarsamente utilizzato su supporto locale in biblioteca (CD-ROM, DVD, rete locale), è soprattutto diffuso oggi in accesso remoto o accesso online. Il Sistema Bibliotecario di Ateneo acquista infatti abbonamenti a siti e piattaforme web di editori (o aggregatori, che riuniscono cioè in un'unica piattaforma più editori) che mettono a disposizione risorse elettroniche di qualsiasi tipo, in genere in formato .html o .xml leggibili online e/o in .pdf scaricabile e stampabile (eventualmente .epub per gli e-books).
Gran parte della collezione elettronica disponibile nelle biblioteche accademiche è in genere costituita da riviste elettroniche (periodici elettronici o e-journals) e ormai da qualche anno anche da e-books (libri elettronici). Ma sempre più spesso i cataloghi danno accesso anche ad altre risorse, ancora in numero ridotto, come video o materiale digitalizzato (manoscritti, foto o altro materiale di tipo archivistico).

Riviste elettroniche ed e-books

La rivista elettronica contiene articoli consultabili online o scaricabili in formato stampabile (.pdf). In genere si accede alla rivista a partire dal titolo di un articolo trovato nel catalogo di Ateneo (OneSearch). Qualche informazione in più è necessaria invece per l'e-book: per e-book si intende una monografia in formato elettronico. Vista l'ambiguità invalsa nell'uso di questo termine, è infatti importante distinguere tra il testo elettronico che è l'e-book propriamente detto, e lo strumento o device (e-book reader o e-reader) che può essere utilizzato per migliorare e renderne più ergonomica la lettura. Il Sistema Bibliotecario di Ateneo acquista singoli e-books e/o sottoscrive abbonamenti a pacchetti o piattaforme di e-books. In ogni caso dal catalogo di Ateneo (OneSearch) si accede al titolo dell'e-book che può essere consultato online oppure scaricato completamente (o per capitoli) in genere in formato .pdf (leggibile da qualsisai device) o .epub (più adatto alla lettura con e-reader). Solo in alcuni casi, ormai residuali, all'utente Unifi viene garantito l'accesso all'ebook per il periodo del "prestito virtuale" (digital lending), al termine del quale il file scaricato sul proprio dispositivo, sia esso pc o e-reader, non è più leggibile.

Attenzione! Per una corretta documentazione sull'argomento oggetto di una tesi di dottorato si consiglia di partire da un inquadramento generale del tema, che sia esaustivo dello stato dell'arte, in genere attraverso la consultazione di opere di reference e monografie aggiornate, per poi passare alla rassegna degli articoli che si riferiscono più in dettaglio all'aspetto specifico che si vuole affrontare.

3. Cosa è una banca dati

Pc con scaffale libri

Definizione e caratteristiche delle banche dati in biblioteca


Una banca dati bibliografica è un archivio aggiornato (originariamente in formato cartaceo, più tardi in formato elettronico su supporto locale, oggi online) di descrizioni standardizzate (dette anche metadati, es. autore, titolo, editore, anno etc..) di documenti come articoli di riviste scientifiche, atti di congressi, monografie etc., dotata di sistemi di interrogazione più o meno avanzati.

Quando le banche dati bibliografiche contengono non solo i metadati ma anche il testo completo dei documenti sono dette anche banche dati full-text (o a testo pieno), digital libraries, biblioteche digitali.

Le banche dati bibliografiche tradizionalmente sono prodotte da istituzioni scientifiche specializzate nelle discipline delle banche dati stesse. Queste banche dati tradizionali, dette anche disciplinari, sono compilate da personale specializzato (es. Inspec, i cui termini di soggetto sono ripresi come vedremo più avanti da IEEE Xplore) e dispongono spesso di strumenti di indicizzazione avanzata (attribuzione di soggetti al contenuto del documento) come vocabolari controllati di termini e classificazioni specifiche.

Le banche dati bibliografiche hanno subito nel tempo un processo di aggregazione per cui una banca dati di copertura più generale di solito ingloba il contenuto di varie banche dati specializzate (come fanno WOS, Scopus, ma anche Google Scholar, come vedremo più avanti). Per questo, e perché offrono servizi aggiuntivi, come il numero di citazioni ricevute, i metadati delle opere citate e i link tra le citazioni, sono dette anche banche dati citazionali.

Le banche dati citazionali offrono spesso ulteriori servizi come per es. il "peso" della rivista (Impact factor di WOS), dell’autore (H-index di Scopus), cioè i cosiddetti dati bibliometrici che vedremo più avanti, i link a repositories (archivi) di dati sperimentali raccolti per la pubblicazione, la possibilità di esportare i dati per gli strumenti di gestione delle citazioni (detti anche reference management software ad es. EndNote, Mendeley… per i quali si rimanda a Il sito SBA: altre risorse) utili per la redazione di bibliografie etc.


Per il funzionamento deI propri indici alcune banche dati citazionali hanno elaborato un proprio sistema di identificazione univoca degli autori (Scopus: Author ID, Wos: ResearcherID-Publons, Google Scholar: citation profile). Si tratta di codici alfanumerici usati delle rispettive banche dati per identificare univocamente un autore e non attribuire le sue pubblicazioni ad un eventuale autore omonimo. Tutti questi sistemi permettono (Scopus) o prevedono l’intervento volontario dell’autore, con una modalità partecipativa tipica dei social network e possono dialogare con l’identificativo non proprietario (free) più diffuso: ORCID

4. Peer review e bibliometria

Bibliometria


Elementi di valutazione della ricerca


Il tema della valutazione della ricerca è da anni al centro dell'attenzione degli Atenei italiani e stranieri. Oltre agli obblighi normativi (la prima legge che introduce in Italia la valutazione degli Atenei è del 1993), la valutazione della ricerca scientifica sta assumendo un aspetto sempre più stategico nelle politiche pubbliche per gli investimenti su innovazione e ricerca.


Il progetto di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) è rivolto alla valutazione dei risultati della ricerca scientifica delle Università e degli Enti di Ricerca italiani ed è svolto dall'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). Le valutazioni sono basate sull’analisi bibliometrica e sul metodo della revisione tra pari (peer review).


Per bibliometria (bibliometrics) si intende lo studio quantitativo della comunicazione scientifica condotto attraverso i suoi prodotti: pubblicazioni e loro citazioni bibliografiche. La valutazione bibliometrica si basa sui dati bibliometrici che vengono sitetizzati e rielaborati in vari indicatori (Impact factor, h-index, citazioni etc… che vedremo più avanti in Le banche dati) utilizzati per la verifica della qualità della produzione scientifica di un autore e della istituzione cui afferisce (valutazione quantitativa).


Per peer review (revisione di pari) si intende in ambito editoriale la verifica formale e contenutistica effettuata da parte di uno o più specialisti riconosciuti come esperti ("peer" ossia "pari" rispetto all’autore) dei testi sottoposti dall’autore ad una rivista per la pubblicazione di un articolo (valutazione qualitativa). Una rivista peer reviewed prevede quindi che gli articoli siano sottoposti a questa verifica perché possano essere accettati per la pubblicazione.





5. Lo scenario attuale

social media


Social network e MOOC


La comunicazione accademica di oggi non è fatta più solo di libri e riviste, ma anche una varietà di altri prodotti e di contenitori:


I Social network sono oggi spesso impiegati per la divulgazione di dati scientifici, si pensi ad esempio a Twitter come strumento di aggiornamento in tempo reale su eventi come i convegni, incontri, seminari oppure ai canali tematici di YouTube che possono contenere video di eventi, mostre virtuali, presentazioni, congressi, tutorial ecc.
In questo settore tuttavia i contenitori mutano velocemente, anche in base allo strumento più diffuso al momento (Instagram, Linkedin ecc.).


Di seguito un esempio di gestione in tempo reale di un evento scientifico tratto dall'account Twitter UNIFI:

twitter eventi




Un esempio dal canale YouTube dell'Università di Firenze

In particolare i cosiddetti Social Network accademici come Mendeley, Academia.edu, ResearchGate sono nati per la condivisione delle proprie pubblicazioni scientifiche con i followers. Sul profilo personale di questi social lo studioso può infatti caricare i documenti di cui è autore e diffonderne così la conoscenza nella comunità accademica di apparteneza.
La diffusione di tali comportamenti nella routine della circolazione del sapere scientifico nel settore accademico è tale che la pubblicazione nel proprio profilo online di documenti i cui diritti sono stati ceduti agli editori ha scatenato anche controversie legali, come quella che ha contrapposto non molto tempo fa il colosso delll'editoria Elsevier (tra l'altro, o forse proprio perché?, proprietario di Mendeley) al social Academia.edu.


Dal sito di Elsevier:

Elsevier_Academia.edu


Un esempio di profilo personale su Academia.edu:
Academia.edu



I cosiddetti MOCC (Massive Open Online Courses) costituiscono una ulteriore modalità di moderna disseminazione dell'informazione scientifica. Nati come liberi corsi messi a disposizione online dalle maggiori Università nordamericane, si sono diffusi come strumento di diffusione via web dell'informazione scientifica di livello accademico anche in altri paesi.

La piattaforma più nota è Coursera che ospita corsi delle più importanti Università del mondo, tra cui le italiane La Sapienza di Roma e Bocconi di Milano. Tutta italiana è invece l'esperienza di Federica, creata dall'Università di Napoli Federico II.

Nel 2016 è stato inaugurato EduOpen, il portale dei MOCC italiani ed EMMA (European Multiple MOOC Aggregator), mentre l'anno successivo Eduopen e altri esponenti delle principali piattaforme europee per la diffusione dell'Open education in Europa (FutureLearn, FUN-MOOC, Mirìadax, OpenupEd) hanno dato il via all'European MOOC Consortium.

Attenzione!

La circolazione di contenuti scientifici nella nuova dimensione del web 2.0 ha determinato l'esigenza di misurarne l'impatto e la diffusione anche in questo ambiente con la nascita di metriche alternative (alternative metrics) dette anche altmetrics, i cui indicatori a volte affiancano gli indicatori bibliometrici tradizionali più collaudati.

6. L'open access


Open access


Il movimento dell'accesso aperto


Open access significa accesso libero e senza barriere al sapere scientifico.

Data la contrapposizione del modello di pubblicazione ad accesso aperto rispetto a quello classico, nel quale tipicamente gli editori detengono diritti esclusivi sul documento pubblicato e ne vendono l'accesso attraverso abbonamenti e licenze, l'espressione Open access indica anche il movimento che sostiene e promuove la strategia di fruizione libera e gratuita delle pubblicazioni scientifiche.


Le due modalità principali di pubblicazione ad accesso aperto sono: 

  • la via verde ("green road"), che consente l'autoarchiviazione ("self-archiving"), da parte degli autori, di copie dei loro articoli (pubblicati in riviste accessibili a pagamento) in archivi istituzionali o disciplinari, o nei propri siti personali;
  • la via d'oro ("gold road"), che consiste nella pubblicazione in riviste in cui gli articoli sono liberamente accessibili (riviste ad accesso aperto). Tali riviste possono sostenere in modi diversi costi di mantenimento delle proprie pubblicazioni.

Alcuni siti utili per la ricerca di letteratura scientifica ad accesso aperto:

  • Elenco delle riviste ad accesso aperto: DOAJ (Directory of Open Access journals)
  • Elenco degli editori ad accesso aperto: OASPA (Open Access Scholarly Publishers Association)
  • Elenco dei depositi istituzionali accademici: OPENDOAR (Directory of Open Access Repositories)
  • Motore di ricerca dei prodotti di ricerca depositati negli archivi open access italiani: Pleiadi

  • Database interrogabile per titolo di rivista per conoscere le policies di copyright adottate dall'editore relativo: SherpaRomeo


Ad oggi tuttavia la contrapposizione netta tra l'editoria "tradizionale" e quella open access è stata apparentemente superata da alcuni modelli di business proposti da editori che hanno recepito, a proprio vantaggio, la diffusione dell'acceso aperto. La cosiddetta editoria ibrida (o "via rossa") ha sfruttato il fenomeno dell’open access per sviluppare un nuovo modello e aumentare i propri profitti, ossia una rivista commerciale tradizionale, in abbonamento, che può ospitare singoli articoli disponibili ad accesso aperto, a seguito del pagamento di una APC (Article processing Charge) da parte degli autori (o più spesso degli enti finanziatori o delle istituzioni cui appartengono). Gli enti di ricerca e le università si trovano così a pagare due volte: per pubblicare e per acquistare gli abbonamenti alle risorse elettroniche.


L'Open Archive Initiatives (OAI) fin dal 1999 promuove l'accesso aperto delle pubblicazioni scientifiche attraverso lo sviluppo e la diffusione di standard internazionali per la gestione dei depositi digitali destinati all'autoarchiviazione o all'archiviazione da parte delle istituzioni che producono le ricerche, indipendentemente o parallelamente alla loro pubblicazioni sotto forma di articoli peer-reviewed in riviste scientifiche.

Nell'ambito accademico italiano la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) ha riconosciuto l’importanza dell’accesso pieno e aperto alle informazioni e ai dati per la ricerca e per la formazione scientifica, favorendo la libera disseminazione in rete dei risultati delle ricerche condotte in Italia nelle università e nei centri di ricerca. Nel novembre 2004, in occasione della conferenza di Messina sull’Open Access (Dichiarazione di Messina), la CRUI (Conferenza dei rettori delle Università Italiane) ha promosso l’adesione delle università italiane alla ”Dichiarazione di Berlino per l’accesso aperto alla letteratura scientifica”,

Il movimento Open access ha diffuso col tempo sempre maggiore consapevolezza della possibilità di limitare la cessione totale ad editori privati dei risultati della ricerca finanziata da enti pubblici. Si pensi che tutte le pubblicazioni finanziate da Horizon 2020, progetto  della Commissione europea destinato alla ricerca scientifica e all'innovazione (cui seguirà Horizon Europe 2021-2027) dotato di un budget di quasi 80 miliardi di euro (2014-2020), devono obbligatoriamente essere depositate su repositories ad accesso aperto.

Il concetto di open access ormai si è ampliato dalle pubblicazioni scientifiche a tutti i prodotti della conoscenza, tanto che oggi si parla più genericamente di open data e di open science. Nel 2015 viene lanciata EOSC (EuropeanOpen Science Cloud), un enorme ambiente virtuale dove tutti i ricercatori possano depositare, conservare, gestire, riutilizzare dati della/per la ricerca, l’innovazione e l’educazione.

Sia nel nostro catalogo OneSearch, che nelle banche dati che vedremo più avanti (Scopus, WOS, IEEE Xplore) si è ormai affermato nella ricerca di documenti il filtro "open access", che permette l'accesso alle risorse pubblicate ad accesso aperto.


Università di Firenze e Open access:

Anche l'Università di Firenze del 2004 firma la Dichiarazione di Messina. In sintesi si trova online la Policy per l'accesso alla letteratura scientifica dell'Università degli Studi di Firenze

FloRe (Florence Research Repository) è il deposito istituzionale dell’Università di Firenze ad accesso aperto alimentato dagli autori dell’Ateneo fiorentino (sono aperti i metadati e, quando viene caricato, anche il full text).

La Firenze University Press (FUP), casa editrice dell'Università degli studi di Firenze, concilia una politica commerciale con i principi dell’accesso aperto: il suo catalogo, infatti, presenta sia opere a pagamento sia open access. Le riviste di questo editore attualmente sono ad accesso aperto, così come la maggioranza delle monografie. Tutte sono finanziate, comunque, grazie al decisivo contributo dell'Ateneo.


Attenzione! Dal 2012 in base al Regolamento per il deposito della tesi di Dottorato le tesi di dottorato devono essere depositate su Flore ad accesso aperto. Il Regolamento prevede alcune eccezioni motivate e documentate per le quali l'accesso aperto scatta dopo un periodo di embargo che può durare da 1 a un massimo di tre anni. L'Università si occuperà anche di effettuare il deposito a norma di legge presso le Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze.